Dove i cani abbaiano in tre lingue | Ioana Pârvulescu

Ambientato nella Transilvania degli anni ’60, il romanzo della scrittrice e saggista rumena Ioana Pârvulescu (pubblicato in Italia da Voland) è un viaggio nella magia dell’infanzia raccontato dalla voce dell’innocenza della piccola Ana. Un romanzo di bambini scritto per entrare nel cuore di chi bambino non lo è più

Scritto da Carlotta Pistone
Dove i cani abbaiano in tre lingue" di Ioana Pârvulescu

Per molti una casa non è che una cosa o, meglio, un involucro inanimato che contiene altre cose a cui non vale la pena affezionarsi. Per la cinquenne Ana, invece, le case sono come esseri viventi, con occhi, naso e bocca. Possono mostrarsi con molte forme diverse ma comunque, tutte, hanno un volto umano. La sua, in particolare, dal lato dei numeri pari di via Maiakovski (in passato e nel futuro via San Giovanni), nella città di Brașov, Transilvania, è parte integrante della famiglia allargata che la abita: nonni, prozii, zii, genitori e poi i quattro piccoli, i cugini Dina e Doru, il fratello Matei e ovviamente lei, Ana.

Una casa che nasconde nei muri monete d’oro da scovare, dove nascono società segrete per il “raddrizzamento del mondo”, piena di mobili pronti a svelare storie o di cassetti chiusi a chiave che celano misteri, in cui si usa l’inchiostro simpatico e si impara l’Esperanto, che trasuda Storia, cultura e che riceve in visita la Luna.

“[…] per noi, i bambini, la casa era sempre giovane e attraente, un luogo da esplorare, senza difetti, senza limiti e senza morte.”

Un universo che ha dello stupefacente agli occhi di chi è ancora troppo giovane per provare interesse e lasciarsi intaccare da ciò che di complicato – e a volte terribile – accade là fuori, occhi che guardano alla quotidianità delle piccole cose come l’unica realtà possibile, perché è l’unica a cui sanno dare un senso.

“A quel tempo eravamo, tutti, bambini cosmici, per i quali ogni cosa nella vita era ancora all’insegna della possibilità e dell’uguaglianza.”

Ed è questo lo sguardo, ingenuo e curioso, puro, con cui Ana vede e vive il suo mondo semplice, che si ripete senza annoiarla, sguardo che si riflette nella voce dell’io narrante di “Dove i cani abbaiano in tre lingue”, romanzo della scrittrice e saggista rumena Ioana Pârvulescu, pubblicato in Italia da Voland nella collana Amazzoni e tradotto da Anita Paolicchi.

La casa, però, non è che il fulcro attorno a cui ruota il viaggio nell’infanzia della protagonista, un viaggio che riporta a galla tanti piccoli aneddoti divertenti, dolci, commoventi, a volte più tristi o amari, che nell’età dell’inconsapevolezza e della crescita si trasformano in grandi avventure e importanti lezioni.

“Ecco che la vita si estendeva molto oltre i muri della nostra casa e molto oltre i muri della mia vita.”

La spensieratezza delle escursioni sul monte Tâmpa e delle vacanze estive nella valle dell’Horn, dei tuffi nella piscina all’ultimo piano dell’Hotel Aro (l’Aro “Vecchio”), delle gite al “bagno nel bosco”, degli scambi – in particolare della “ciunga” – con gli amichetti delle più disparate etnie raccolte da Brașov, si alterna a episodi in cui inevitabilmente fanno la loro apparizione vecchiaia e morte, si comincia a toccare e a essere toccati dal peso di sofferenze e ingiustizie, si intuisce la morsa dell’ombra rossa del Comunismo sulla Romania degli ’60.

 “Il quartiere Poiana, o Schullerau, si chiamava ora – e come altrimenti? – Stalin. Quasi tutto era Stalin, e Brașov – che era chiamata la città rossa perché le tegole dei tetti viste dal monte Tâmpa le davano questo colore – era diventata ora la città rossa del potere sovietico. Ed era il centro del distretto Stalin.”

Poi ci sono gli adulti, le molte figure straordinarie che popolano il romanzo (impossibile non citare la prozia Tanti e suo marito, Nenea Ionel) che prendono per mano i giovani protagonisti, e con la loro paziente presenza e gli insegnamenti che spesso trasformano in giochi o in storie dal sapore di favola, li proteggono mentre li accompagnano nel percorso di comprensione di un mondo che, loro per primi, faticano a comprendere e accettare.

“Per l’intera infanzia tutto ciò che abbiamo imparato è stato sopravvivere. E tutti i genitori, gli zii e i prozii ci mostravano come.”

E degli adulti, quelli che ci sono ancora e quelli che non ci sono più, c’è anche il passato, incursioni nelle loro vite, nei loro amori, nei loro mestieri e nella Storia che li ha coinvolti, con le due Guerre, le deportazioni, le uccisioni, le sparizioni, i difficili ritorni. Incursioni che parlano di eventi drammatici, ma che alle orecchie di Ana, Matei, Doru e Dina arrivano quasi come leggende, i cui personaggi, incredibilmente, sono in qualche modo legati a loro, alle loro famiglie, ad amici e conoscenti.

Occhi e orecchie innocenti che osservano e ascoltano, così come innocente è la voce che racconta.

La voce della Ana bambina che incanta nel far rivivere la magia dell’infanzia che non andrebbe mai dimenticata. Una voce che fa sorridere nel modo di esprimersi e di interpretare le metafore che proprio non capisce, ma che fa anche riflettere, perché dall’innocenza delle sue parole, appunto, nasce una narrazione che regala tante piccole perle di saggezza. Non manca poi un tratto più nostalgico, che però emerge solo dallo sfondo, la velata malinconia della voce della Ana diventata grande, mai invadente neanche quando si rivolge al lettore, che si fa sentire solo per tenere insieme le fila del proprio passato.

“Mi ci è voluta una vita a impararlo: nulla è come credi.”

Da godersi senza fretta, riga dopo riga, assaporandone la ricchezza d’insieme dei tanti aneddoti, da ognuno dei quali emerge una profondità inaspettata, e al contempo apprezzandone la scrittura delicata e toccante, dallo stile minuzioso e assolutamente convincente, “Dove i cani abbaiano in tre lingue” di Ioana Pârvulescu è dunque un romanzo di bambini capace di entrare – e restare – nel cuore di chi bambino non lo è più, ma che ogni tanto sogna di tornare a esserlo.

“Dove i cani abbaiano in tre lingue” di Ioana Pârvulescu
Tradotto da Anita Paolicchi
6 Ottobre 2023, Voland
Pagine 304
Prezzo di copertina 20,00 euro

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