Il libro delle storie a lieto fine | Sally Page

Dopo il successo de “La custode dei segreti”, Sally Page è tornata con “Il libro delle storie a lieto fine” (entrambi pubblicati da Newton Compton), un romanzo incredibilmente dolce sul valore delle vere amicizie, che possono rivelarsi fondamentali per scoprire, o ritrovare, il proprio posto nel mondo

Scritto da Carlotta Pistone
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“Un posto per ogni cosa e ogni cosa al suo posto”

Questo è il motto preferito di zio Wilbur, che riecheggia nella testa di Jo fin da quando era bambina e, proprio nella cartoleria londinese dell’amato zio, trascorreva lunghe giornate a giocare, aggirandosi curiosa tra gli scaffali ricchi di quella cancelleria che sarebbe diventata per lei una passione.

Peccato che oggi la trentanovenne Joanne Sorsby non si sia mai sentita tanto fuori posto in vita sua.

Dopo un pianto isterico – apparentemente immotivato – durante un’importante riunione, si è licenziata dalla banca per cui lavorava con il fidanzato. Quell’arrogante ed egoista di James, di cinque anni più giovane, l’ha quindi lasciata appellandosi a uno dei cliché per antonomasia, tra l’altro sbagliandolo clamorosamente – “Non sono io, sei tu” -, per poi mettersi con la loro lagnosa collega, Nickeeey, che di anni in meno di lei ne ha dieci. Come se non bastasse il rapporto con la migliore amica Lucy si è sgretolato proprio a causa di James, che in qualche modo è riuscito ad allontanarle e che pare nessuno – a parte Jo, ovviamente – abbia mai potuto soffrire. E poi c’è quel desiderio di maternità che le brucia dentro…

Quando lo zio Wilbur si sente male e viene ricoverato, Jo e il suo cuore spezzato decidono di trasferirsi momentaneamente dal nord dell’Inghilterra al nord di Londra per occuparsi della cartoleria e per fuggire da un passato carico di dispiaceri che è ancora troppo fresco per essere affrontato con lucidità.

Quel che di certo la donna non si aspetta è che quel negozietto poco più grande di un ripostiglio, circondato da altre piccole attività di quartiere in uno stretto vicolo che a malapena lascia intravedere uno spicchio di grigio cielo metropolitano, sia destinato a trasformarsi per lei in un rassicurante mondo parallelo dove ricominciare a prendere in mano le redini della propria vita.

Per prima cosa dedicandosi all’attività dello zio, che finalmente le permette di dare un senso al suo amore per la cancelleria, nonché di rispolverare il desiderio nei clienti che entrano in negozio di scrivere a mano. Così sul bancone inizia a fare bella mostra di sé un’accurata selezione di penne stilografiche, gli scaffali si riempiono di buste, carta da lettera, quaderni colorati, e la bacheca alle sue spalle si popola di bigliettini, stralci di fogli, disegni, ognuno capace di raccontarle qualcosa di chi le ha fatto visita, per acquistare qualcosa o meno.

Riuscire a togliersi James dalla testa e capire come ricucire l’amicizia con Lucy, però, sembrano ancora due montagne insormontabili. Poi lo zio Wilbur sta peggiorando e a lei manca casa, le sue colline, gli spazi aperti, la brughiera. E soprattutto sente il bisogno di ritrovare se stessa, o meglio, di capire chi è e cosa vuole davvero, per liberarsi dell’etichetta di “Jo la Media” e spogliarsi di quella mediocrità che si è sempre fatta andare bene ma che ora comincia a starle stretta.

Come uscire, quindi, da questo limbo?

Passo dopo passo, grazie a lunghe chiacchierate davanti al camino o al pub, rigorosamente bicchiere alla mano, storie di fantasmi celebri o sconosciuti e rincuoranti passeggiate al cimitero, nuotate in laghi ghiacciati e tanti segreti, misteri e ammissioni che premono per venire a galla, saranno due eccentrici personaggi a entrare con discrezione, prima nella cartoleria, poi nell’esistenza di Jo, facendole riscoprire il valore dell’amicizia e quanto è lei a valere.

Altre due persone che stanno scappando dal loro passato e che a loro volta, in quel momento, hanno bisogno di un’àncora di salvezza: la “reverenda fuggiasca” Ruth, una donna straordinaria e spassosissima che è davvero fuggita dalla sua parrocchia scomparendo nel nulla, e l’allampanato e ingrigito Malcolm, che a settant’anni suonati ancora non sa chi vorrebbe essere e nel frattempo sta scrivendo il suo primo romanzo.

Certo è che a Jo qualche motivo di distrazione dai propri problemi lo dà anche il biondissimo e un po’ goffo Eric “il Vichingo” – in realtà Eric “l’ottico”, un vicino di negozio -, peccato che il suo aspetto notevole, tanto in termini di bellezza quanto di stravaganza, pare non abbia attirato solo il suo sguardo…

Dopo il successo de “La custode dei segreti”, con il suo nuovo romanzo “Il libro delle storie a lieto fine” (entrambi pubblicati in Italia da Newton Compton Editori) Sally Page torna a sfoderare una penna delicata e fresca capace di dar vita a una storia incredibilmente dolce e piacevole, popolata di personaggi sopra le righe che restano impressi nel cuore, e il cui fulcro risiede nell’importanza di saper riconoscere e coltivare nel tempo le vere amicizie, anche quelle appena nate e più improbabili. Perché, quando tutto intorno sembra sul punto di crollare, i veri amici potrebbero rivelarsi fondamentali per scoprire, o ritrovare, il proprio posto nel mondo.

“Il libro delle storie a lieto fine” di Sally Page
Traduzione di Margaret Petrarca
5 Marzo 2024, Newton Compton Editori
Pagine 396
Prezzo di copertina 9,90

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