Alina Mari è un’ispettrice di polizia trentaduenne e desidera un figlio nonostante sia single. È crescita in un orfanotrofio, con l’amico fraterno Tito come unico legame da poter definire famiglia. Per raggiungere il suo obbiettivo ha deciso di recarsi a Bruxelles, in una clinica per la fecondazione assistita e sarà lo stesso Tito a donarle il proprio seme.
Ma proprio quando la giovane poliziotta si trova nella capitale belga, arriva la chiamata dal suo capo che la informa del ritrovamento del cadavere di una donna in un parco romano.
Alina è appena stata promossa ispettrice e questo sarà il suo primo caso nella nuova veste, peccato che il tempismo non sia ideale e che lei sia costretta a scegliere tra la professione e la vita privata. Assalita dalle insicurezze, la ragazza prende l’aereo per un rientro anticipato a Roma, rinviando il percorso per tentare di diventare madre.
La vittima è un’insegnante cinquantenne e il commissario Bosisio confida nell’intuito di Alina per la conduzione e la risoluzione del caso. La donna aveva con sé il proprio cane, Dirac, e l’ispettrice non ha alcuna intenzione di lasciarlo solo, finendo quindi per “portarselo a casa”. Casa sua in realtà è un camper che l’amico Tito, abile falegname, ha reso quasi una piccola baita accogliente.
L’abitazione della professoressa Elena Cantini, invece, è curata ed elegante, ma soprattutto piena di mazzi di fiori. Potrebbe esserci uno spasimante o un innamorato con il cuore spezzato dietro all’omicidio della donna? Chi è il misterioso Nick che firma i biglietti che accompagnano i bouquet?
Quel che è certo, dopo alcune ricerche, è che nel territorio laziale negli ultimi trent’anni si sono verificati numerosi delitti simili, con i corpi lasciati nella medesima posizione della professoressa e con un dito amputato. Una ritualità che non può essere casuale.
Negli altri casi, però, le vittime erano prostitute, l’ultima invece è una stimata insegnante. Eppure il sospetto che sia di un serial killer la mano dietro alla scia di crimini, acquisisce sempre più spessore.
Alina sa di essere brava, ma è giovane e per di più donna, e fatica a farsi riconoscere il giusto valore dalla propria squadra. Chi però sembra avere grande fiducia in lei è il pubblico ministero Pietro Riccetti, uomo mite ed educato, intristito dalla separazione in corso dalla moglie.
A un certo punto, però, l’ispettrice sembra aver perso lucidità e controllo, e qualche scivolone di troppo le costa la sospensione.
Come può, ora, rendere giustizia alla vittima? Sfoderando la sua tenacia e dimostrando a tutti il proprio valore, nonché compiendo anche dei piccoli passi avanti per riacquistare la serenità di cui ha bisogno, per lasciarsi andare…
Con il suo romanzo d’esordio “Assenza da giustificare”, pubblicato da Piemme, Alessandra Acciai ha saputo dar vita a una protagonista ricca di sfumature, che intenerisce con le sue fragilità e suscita ammirazione grazie alla sua professionalità.
Inoltre l’autrice non ci regala solamente una storia avvincente e una protagonista indubbiamente destinata a restare ben impressa nella mente dei lettori, ma sfiora anche temi delicati quali l’assenza di una famiglia e il desiderio di maternità.
La lettura ideale per chi ama i gialli made in Italy e le protagoniste femminili di grande carisma, capaci di affrontare le proprie debolezze e di riscattarsi passo dopo passo.
“Assenza da giustificare” di Alessandra Acciai
20 Febbraio 2024, Piemme
Pagine 384
Prezzo di copertina 19,90