La ladra di parole | Abi Daré

Il romanzo d'esordio di grande successo dell'autrice nigeriana Abi Daré è una storia che dà voce a tutte le donne che lottano per il diritto di parlare, di studiare, di sognare un domani diverso

Scritto da Dayla Villani
la ladra di parole

“La ladra di parole” è il romanzo di esordio di Abi Daré, una scrittrice nigeriana che si è trasferita in Inghilterra dove si è laureata, sposata e realizzata. Con questo libro, difatti, Abi Daré ha vinto il Bath Novel Award e ha scalato le classifiche inglesi e americane. Il libro è dedicato a sua madre, la prima  donna a insegnare diritto fiscale e tributario in un’università nigeriana, che ringrazia per i sacrifici fatti per la sua educazione . L’importanza dell’istruzione per le ragazze è un tema che domina il romanzo.

Per le ragazze come me, il futuro è già deciso.

Ma io non mi arrendo nel silenzio.

Un giorno troverò la mia voce.

Una storia potente e coraggiosa

A Ikati, un villaggio nel cuore della Nigeria, il destino delle donne è segnato: passano l’infanzia a occuparsi della casa e dei fratelli più piccoli, vanno a scuola solo per imparare a leggere e scrivere e poi vengono date in moglie al miglior offerente.

Anche la quattordicenne Adunni, la voce narrante, non scampa a questo destino. È costretta ad abbandonare la scuola per sposare un uomo molto più vecchio di lei (che in cambio manterrà economicamente la sua famiglia) con l’obbligo di dargli un figlio maschio.

Quando poi giunge a Lagos per fare la domestica (cioè la schiava) di una donna ricca e arida, si trova col marito di lei che fatica a controllare i suoi istinti.  La storia si ripete. Certe condizioni di violenza non mutano e lei è pur sempre considerata l’ultima ruota del carro della società. Ma Adunni non perde di vista il proprio obiettivo e, con un’ingenuità che incanta ma che nasconde un’incredibile tenacia, sa trovare il coraggio e la grinta che le occorrono per non piegarsi a una realtà stabilita da altri e per nulla condivisa.

Il suo sogno è diventare maestra e insegnare alle bambine del suo villaggio ad avere una voce forte, che si fa sentire.

Adunni, la ragazza dalla voce forte

Se non fosse per la tenerezza del personaggio, il libro sarebbe difficilmente leggibile. La scelta dell’autrice è quella di usare, sia nei dialoghi che nel narrato, il Broken English: un’inglese scorretto da un punto di vista sintattico e grammaticale, molto simile all’inglese degli analfabeti. Il titolo originale di questo testo è “The girl with the louding Voice”, tradotto da Elisa Banfi, che è riuscita molto bene a dare un’idea della lingua parlata dalla giovanissima Adunni. La “voce forte” di Adunni si riferisce alla sua crescente determinazione a parlare apertamente e a denunciare i suoi aggressori. Ogni volta che la vita la mette in ginocchio, lei si rialza e riprende il suo cammino verso la propria affermazione e la libertà. Una libertà davvero difficile da conquistare quella cui aspira la bambina nigeriana, che non ci sta ad accettare la sorte cui è destinata.

Se nella prima parte del romanzo ci si può concentrare molto sull’aspetto lessicale, man mano che si scorrono le pagine la voce di Adunni inizia realmente a emozionare con forza. Ed ecco che non si nota più “come” lo dice, ma si fa attenzione solo al “cosa”.

La scelta di far parlare una ragazzina analfabeta consente all’autrice di descrivere il mondo con lo sguardo ingenuo dei bambini e la speranza di un futuro migliore. Una scelta che rende oggettiva anche la difficoltà affrontata dalla protagonista e da quanti come lei non hanno avuto la possibilità di studiare.

Ecco che Adunni, grazie alle sue domande, cresce e impara dalle proprie esperienze.

Un tema attuale

Il viaggio di Adunni e i suoi occhi innocenti spalancati sugli eventi che le accadono, sono allo stesso tempo affascinanti e terrificanti. Il coraggio e l’ingegno che mostra nelle circostanze più difficili è davvero coinvolgente, ma la brutalità del trattamento che riceve, dai soprusi alla schiavitù, è assolutamente drammatica.

L‘autrice in questo romanzo è riuscita a denunciare temi importanti, con delicatezza e creatività. Ci viene sempre ricordato che stiamo parlando della Nigeria di oggi, non di qualcosa accaduto in un’epoca lontana prima del femminismo e dei diritti umani. No, sta ancora accadendo. Si fa riferimento a Boko Haram e al rapimento di 276 studentesse a Chibok nel 2014. Questo libro rivela la realtà della vita di oggi per tante giovani donne in questo vasto paese di oltre 200 milioni di persone.

“La ladra di parole” di Abi Daré
Traduzione di Elisa Banfi

2021, Edizioni Nord
Pagine 366
Prezzo di copertina 18,00 euro

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