Una famiglia moderna | Helga Flatland

Dall’apprezzata autrice norvegese Helga Flatland, un romanzo intimo che osserva con realismo uno spaccato di vita capace di far riflettere sul peso, oggigiorno, del concetto di famiglia. Al centro tre fratelli e le loro frustrazioni relazionali.

Scritto da Carlotta Pistone
famiglia

Roma, primavera. Per il suo settantesimo compleanno Sverre ha deciso di portare in Italia la famiglia: la moglie, i tre figli, coniugi e compagni, i nipotini. Una breve tappa nella Capitale per poi spostarsi sul litorale laziale, dove rilassarsi, ma soprattutto festeggiare il marito, padre e nonno tutti insieme, come da tradizione.

Quella che infatti hanno voluto costruire Sverre e Torill nei loro quarant’anni di matrimonio è una famiglia tradizionale, solida, basata sul principio che quando si inizia qualcosa di importante bisogna portarlo a termine.

All’improvviso, però, con una frase di appena quattro parole buttata quasi di getto sulla tavola imbandita all’italiana, i valori che hanno sempre trasmesso ai figli, crollano. Sverre e Torill, da punto fermo quali sono sempre stati nella loro vita di coppia, diventano un’incognita.

“Abbiamo deciso di separarci” annuncia Sverre, durante la cena in suo onore.

«È stata una scelta meditata», continua papà. «Entrambi sentiamo che si è esaurito tutto, che ognuno dei due ha avuto dall’altro – e da questo matrimonio – tutto ciò che poteva prendere. Non vediamo più alcun futuro insieme».

Ed è da questo momento che cominciamo ad addentrarci in “Una famiglia moderna”, titolo del romanzo dell’apprezzata autrice norvegese Helga Flatland, pubblicato in Italia da Fazi Editore e tradotto da Alessandro Storti.

I protagonisti di “Una famiglia moderna” non sono però i due genitori in fase di separazione, bensì i tre figli, Liv, Ellen e Håkon, che questo annuncio comprensibilmente lo digeriscono male, con sgomento, rabbia, dolore, addirittura come un affronto. Ma soprattutto e fin da subito iniziano a subirne le ripercussioni nella loro sfera privata.

A raccontare i rispettivi turbamenti, con lunghi capitoli narrati in prima persona come flussi di coscienza, che inframezzati da rimandi al passato seguono gli avvenimenti dei due anni successivi, sono proprio i tre fratelli, in particolare le due sorelle.

Liv, la primogenita, è una madre iperprotettiva e, come sostiene sua sorella Ellen, non ha mai sviluppato una propria ‘indipendenza emotiva’. Consapevole di vivere ancorata alle persone che la circondano, da sempre si sente però addosso tutte le responsabilità della famiglia in cui è cresciuta, che di punto in bianco le appare come una gigantesca finzione, e di quella pedantemente perfetta che ha creato con il marito Olaf. Marito che è il primo a patire il profondo tracollo emotivo della moglie nell’affrontare la ‘notizia’.

Ellen, convinta di esser stata trascurata fin da bambina in quanto figlia di mezzo, ha fatto invece dell’indipendenza una dote. O il suo maggior vanto. Tanto diretta e polemica quanto Liv è piagnucolosa e insicura, di certo la ‘separazione’ l’ha sconvolta. Ma ciò che più ritiene ingiusto è che i genitori vogliano distruggere la loro famiglia proprio quando lei e il compagno Simen stanno cercando di avere un figlio. Peccato che nessuno ne sia al corrente. E il suo ossessionante desiderio di maternità è destinato a trasformarla in una mina vagante, per se stessa e per la sua relazione.

E poi c’è Håkon, che con un’ostentata leggerezza, giustificata da teorie sull’amore libero in cui si può credere solo quando si è un trentenne immaturo ancora ignaro dei meccanismi dell’innamoramento, fa da contraltare all’ansiogena reazione delle sorelle, dal cui speciale legame si è sempre sentito escluso. Forse è anche per questo che tanto Liv ed Ellen incolpano i genitori, in particolare la madre, quanto lui ne legittima comportamento e scelte. E sarà proprio Håkon, il ‘piccolo’ e straviziato di famiglia, trasformatosi per proteggersi da bambino troppo sensibile ed empatico in ragazzo fastidiosamente arrogante, a tirare le somme di questo moderno “family affair”.  

Bisogna ammettere che in un tale profluvio di frustrazioni individuali, Liv, Ellen e Håkon non brillano per simpatia, ma piuttosto per il realismo della reazione emotiva al franare dei loro ideali. D’altronde per risultare convincenti e far scattare il meccanismo dell’immedesimazione, i personaggi di un romanzo non necessariamente devono essere anche simpatici. Peccato per i genitori, che da fulcro della narrazione, finiscono invece nelle retrovie della narrazione. Conoscerli meglio, per bocca loro, sarebbe stato interessante.

Ad Helga Flatland bastano comunque i tre fratelli per dimostrare la sua capacità di addentrarsi tra le pieghe più intime dell’animo umano e di tradurle nella scrittura di un romanzo concepito per far riflettere. Sul peso che oggigiorno il ruolo di una diversa concezione di famiglia ha, o può avere, sulle relazioni affettive di ciascuno di noi.

“Una famiglia moderna” di Helga Flatland
12 Luglio 2022, Fazi Editore
Pagine 320
Prezzo di copertina 18,00 euro

 

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