“Prima che sia tardi”, l’esordio di Alessia Sacchetti. Recensione e intervista

Con una scrittura tesa che arriva dritta al cuore e adottando un convincete punto di vista maschile, nel suo romanzo d’esordio “Prima che sia tardi” pubblicato da Morellini Editore, Alessia Sacchetti racconta la lotta di una coppia – contro il tempo, la burocrazia, gli umani dubbi e le paure interiori – per far rispettare la loro volontà di non avere un figlio

Scritto da Carlotta Pistone
prima che sia tardi

Recensione

Qual è il coronamento di un matrimonio felice? Il desiderio più grande di una coppia innamorata? Avere un figlio?

“È così che ci hanno cresciuto, a pensare che la scintilla di vita che siamo riusciti a creare non deve essere spenta, che il nostro destino è di essere genitori, dei buoni genitori”.

Un pensiero comune, questo, a cui resta ancorata la nostra società. Un pensiero – spesso perbenista – che prevale e influenza, che porta a generalizzare, che può spingere ad aggirare fino a cercare di impedire ciò che è un diritto per legge.

Marco e Rossana sono sposati e si amano, molto. A un figlio però non hanno mai pensato, non l’hanno mai cercato, e quando scoprono la gravidanza restano spiazzati, ma per entrambi è chiaro da subito: non sono pronti per fare i genitori, non al momento.

E non c’entra la sindrome di Tourette con cui Rossana convive fin da piccola, tra tic, fiumi di parole senza senso, crisi nervose a volte violente. No, il motivo è che non provano ciò che si dovrebbe provare all’idea di mettere al mondo un bambino, ma solo una sfibrante angoscia, tanto per il ‘problema’ quanto per l’unica ‘risoluzione’ che ritengono possibile: interrompere la gravidanza.

Una gravidanza che è ancora all’inizio, l’embrione è di poche settimane, tanto che si potrebbe ricorrere a quella pillola di cui hanno sentito parlare, che eviterebbe l’intervento invasivo, il raschiamento. La decisione dunque è presa, in piena consapevolezza, ma bisogna sbrigarsi, prima che sia tardi.

Invece, Marco e Rossana, si trovano a sbattere contro un muro, quello eretto dalla burocrazia, dal sistema sanitario, dalla maggioranza dei medici che si dichiarano obiettori e non fanno che ripetere che “i problemi della donna sono meno importanti del bambino”. Quindi ecco che quei potenziali genitori che decidono di non volerlo diventare, non sono degni di essere rispettati, sostenuti, aiutati in questa complessa e dura, seppur ragionata scelta, ma ‘meritano’ di venir giudicati moralmente, ostacolati nelle loro azioni, maltrattati psicologicamente. Per cercare di far cambiare loro idea, certo, ma anche per farli sentire in colpa, sbagliati.

Con una scrittura tesa, priva di inutile retorica, che induce a profonde riflessioni arrivando dritta al cuore, e adottando un convincente e assolutamente non scontato punto di vista maschile, nel suo romanzo d’esordio “Prima che sia tardi” pubblicato da Morellini Editore, Alessia Sacchetti dà voce a questa coppia attraverso il racconto di Marco. Il racconto lucido ed toccante di quelle tormentate settimane in cui hanno lottato – anche con i loro stessi dubbi, con il peso della responsabilità, con la plausibile paura che una simile scelta comporta, nel rivelarla e nel concretizzarla – per rispettare e far rispettare la loro volontà di non avere un figlio.

L’intervista ad Alessia Sacchetti

  • Alessia, in questo tuo romanzo d’esordio affronti tematiche importanti e complesse, in primis la questione dell’aborto, più precisamente dell’interruzione volontaria di gravidanza, con tutte le implicazioni che ne derivano. Come mai hai deciso di scrivere “Prima che sia tardi” e come sono nati i protagonisti della tua storia, Rossana e Marco?

“Prima che sia tardi” è un romanzo collettivo, sia i protagonisti che la storia sono il risultato di tante persone che ogni giorno si trovano a dover affrontare lo stesso tipo di calvario tra procedure e attese insensate per poter fare un intervento di interruzione volontaria di gravidanza. Il libro è ambientato a Milano, città considerata progressista ma dove è comunque complicato accedere a questo tipo di servizio. I dettagli che vengono raccontati nel romanzo su questa città sono tutti veri.

  • Sicuramente uno degli aspetti del romanzo che immediatamente colpisce è il punto di vista principale che hai deciso di adottare per raccontare – tra l’altro in prima persona – la storia di Rossana e Marco, ossia quello di lui. Si tratta di una scelta narrativa davvero interessante e anche coraggiosa. Cosa ti ha spinta a prendere questa direzione?
prima che sia tardi

Alessia Sacchetti

Spesso quando si parla di queste tematiche si tende a escludere gli uomini dall’equazione, dimenticandoci che chi vive fisicamente l’esperienza è la donna ma questo non significa che non comporti un trauma a livello psicologico anche per i propri compagni o mariti. Marco è una persona normale che si trova a dover affrontare il dolore di una scelta come l’aborto a cui si accompagna la frustrazione di assistere alla sofferenza – fisica e psicologica – della propria compagna. Ho chiesto l’opinione a diversi uomini che hanno letto questo libro e tutti hanno mostrato molta più empatia al problema di quanta forse non avrebbero avuto se la storia fosse stata scritta con un punto di vista solo femminile. D’altro canto, il libro stesso mostra empatia nei loro confronti che, spesso, non sono abituati a esprimere le proprie emozioni né a parlarne.

  • “Prima che sia tardi”: il tuo romanzo ha un titolo particolarmente significativo, che pone l’attenzione sul valore dello scorrere implacabile del tempo quando di tempo non se ne ha. In questa angosciante parentesi della loro vita, in che modo il tempo diventa nemico di Rossana e Marco?

Il tempo è lo strumento di tortura creato da chi vuole ostacolare il più possibile le donne sulla strada, già di per sé non facile, verso l’intervento di interruzione di gravidanza. Non c’è niente di peggio, infatti, che imporre uno stato di gravidanza a chi non lo vuole. Perché la gravidanza, “essere incinta”, è una condizione che porta a delle conseguenze sia sul corpo che sullo stato mentale della donna. E più passa il tempo, più questo stato rende dolorosa la scelta fatta. Più passa il tempo, più aumenta la consapevolezza che l’embrione sta crescendo. A volere essere pratici, ecco un esempio: una volta ultimati tutti gli esami e le procedure burocratiche, viene imposta la “settimana di ripensamento”. Imposta nel senso che è obbligatoria e sette giorni possono fare un’enorme differenza nelle donne che sono incinta, oltre al fatto che influenzano il tipo di intervento (più o meno invasivo) a cui verranno sottoposte.

  • E poi, oltre allo scoglio del tempo – biologico e burocratico – i tuoi protagonisti si trovano, inevitabilmente, a dover fare i conti con il giudizio altrui, più o meno diretto, ma quasi sempre inesorabile. C’è però un personaggio che di contro si schiera dalla loro parte, la dottoressa, finalmente un medico, che a un certo punto dice “Sarà una scelta impopolare, ma io voglio essere qui per aiutare le donne, loro sono importanti”. La dottoressa mi ha colpita tantissimo. Ce ne parli?

La dottoressa è un personaggio bizzarro ma che tiene davvero alla salute psicofisica delle proprie pazienti. Non è influenzata da ideologie politiche né religione ma sceglie di fare il proprio dovere di medico nei limiti consentiti dalla legge. Non solo, pur facendo il proprio dovere di medico, la dottoressa sceglie di restare umana verso chi si trova di fronte: comprende la sofferenza di Marco e Rossana così come la loro frustrazione. Non offre scappatoie, ma un interesse sincero nel fargli comprendere che non sono soli.

  • Seppur entrambi decisi nella loro scelta, Rossana e Marco è normale che vivano questo logorante periodo sviluppando reazioni e sentimenti differenti. Rossana, in particolare, appare più distaccata, più razionale, forse perché il controllo che la sindrome di Tourette le impedisce di esercitare sul proprio corpo l’ha convogliato sulle emozioni?

Rossana è una donna che ha imparato presto a non prestare attenzione all’opinione degli altri e a non mostrarsi debole né insicura nei confronti di un mondo che l’avrebbe giudicata per la sua sindrome e non per chi è veramente. A partire dalla sua infanzia e dagli episodi di bullismo di cui è stata vittima, la protagonista ha subito dimostrato una determinazione e una freddezza fuori del comune che si è portata avanti per il resto della sua vita. Nonostante il fatto di doversi dimostrare forte, persino lei verso la fine del calvario cede, trovando però in Marco – personaggio apparentemente con più fragilità – l’aiuto di cui aveva bisogno.

  • In questo difficile momento, ripescando tra i suoi ricordi di bambino, di ragazzo e di giovane adulto, Marco torna poi a riflettere sul complicato rapporto che ha con il padre, anzi, sul loro non-rapporto. Il fatto di essersi sempre sentito un figlio inadeguato, un figlio non desiderato, in che modo ora influisce sulla sua scelta di non voler diventare genitore?

Essere genitori non è facile, spesso ci si dimentica che non è neppure obbligatorio. La maggior parte delle persone, soprattutto uomini, decide comunque di mettere al mondo un figlio perché sente la pressione delle proprie compagne, della famiglia oppure della società. Ci si dimentica anche del fatto che “mettere al mondo un figlio” non significa essere “padre” e neppure “madre”. Entrambi questi compiti comportano decisioni profonde e la volontà di portarli avanti con impegno e sacrificio. Per quanto Marco voglia molto bene a suo padre, rivivere il proprio rapporto genitore – figlio lo aiuta a comprendere di non volere fare gli stessi errori. Scelta, questa, che alcuni possono interpretare come un atto di egoismo, altri come di coraggio.

  • Come dicevamo all’inizio, questo è il tuo romanzo d’esordio. C’è qualche consiglio che vorresti dare a chi è alle prese con la stesura della propria prima opera di narrativa?

Come spesso accade in tutte le opere prime, anche io mi sono trovata a scrivere di un argomento che conoscevo e che mi stava a cuore. Per me, una volta finita la bozza, è stato fondamentale avere il supporto di Elena Mearini, scrittrice meravigliosa ed editor di questo libro. Non è facile trovare un editor in grado di guidare la scrittura verso la migliore stesura possibile ma, allo stesso tempo, rispettare la voce dell’autore come ha fatto lei, ma è il tipo di rapporto professionale che consente a un esordiente di fare il salto di qualità ed essere pubblicato.

  • E infine, hai qualche nuovo progetto letterario in cantiere?

Al momento sono al lavoro sul mio secondo romanzo, legato al tema dell’elaborazione del dolore e di come persone diverse, provenienti da mondi apparentemente inconciliabili, possono trovare nell’altra la salvezza che stavano cercando.

“Prima che sia tardi” di Alessia Sacchetti
30 Settembre 2022, Morellini Editore
Pagine 168
Prezzo di copertina 14,90 euro

 

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